Associazione delle polizie comunali ticinesi
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Relazione presidenziale - Assemblea APCTi 2015

Dimitri Bossalini © laRegione

Implementazione LCpol nelle Regioni

Nonostante le difficoltà causate dal MG e la Mozione, si è a buon punto con la firma delle convenzioni. Dal 1° settembre 2015 proseguirà l’implementazione delle deleghe per l’espletamento dei nostri compiti. Come avrete potuto leggere sui quotidiani le polizie comunali, così come la polizia cantonale, hanno già iniziato ad adeguare gli effettivi iscrivendo sistematicamente degli agenti alle SCP che hanno ora un ritmo annuale. Diversi Municipi hanno poi intrapreso l’iter burocratico per l’adeguamento delle sedi dei corpi strutturati. 

E’ doveroso addentrarsi nei meandri di decisioni contraddittorie che hanno reso ancor più arduo il cammino verso la realizzazione di un progetto voluto e sentito dalle polizie locali e dai Municipi che le rappresentano istituzionalmente. I segnali che percepisco dal mondo politico sono positivi, anche se all’orizzonte c’è sempre chi si prodiga nel tentativo di pregiudicare questa riforma.

Ciò che stride maggiormente nel MG e nella mozione sono i modi e i tempi. La polizia cantonale si avvia ad una nuova riforma strutturale e tattica e noi, a nostra volta, stiamo implementando la regionalizzazione delle polizie comunali. Uno studio su un’ipotetica polizia unificata va valutato, semmai, quando i lavori di riforma delle due strutture saranno realizzati, poiché si potrà contare su una situazione stabile e chiara, con ruoli e competenze definiti. E’ solo in questo momento, sempre se sarà necessario, che si potranno valutare delle varianti. Farlo ora, e qui lancio un appello al senso di responsabilità dei futuri membri del legislativo cantonale, sarebbe prematuro e irragionevole, poiché ogni variante proposta verrebbe sistematicamente superata dai tempi.
Al riguardo abbiamo appreso che il rapporto del relatore Claudio Franscella, che chiede sostanzialmente al GC di respingere il MG, è pronto ed è stato da qualche tempo sottoposto alla Commissione della Legislazione. L’altro relatore, Angelo Paparelli, non ha dal canto suo stilato alcun rapporto che avrebbe, in questo caso, dovuto sostenere e quindi proporre all’attenzione del Legislativo l’accettazione del MG.


Peccato, direi, visto l’iter importante di audizioni che si sono susseguite davanti ai Commissari, dove la nostra Associazione, i rappresentanti dei Comuni Polo e non da ultimo la FSFP sezione Ticino, hanno evidenziato come fosse innanzitutto importante portare a termine questa riforma.
Le ragioni della mancata decisione su un tema particolarmente importante possono essere diverse, mancanza di coraggio, opportunità politica in vista delle elezioni, lascio a voi le valutazioni del caso. Credo fosse il momento opportuno per sbarazzare il campo da progetti fumosi e intempestivi, che hanno causato non poco disagio a noi ma in particolare agli Enti locali, per permettere ad una riforma che, lasciatemelo dire con orgoglio, ha già mostrato i suoi effetti positivi.
Risultati che si possono riscontrare nelle reazioni concrete della popolazione grazie ad una presenza puntigliosa anche in territori che prima erano privi di un’adeguata copertura e avvalorate da risposte immediate e adeguate alle circostanze; dai diversi enti comunali e regionali con i quali collaboriamo e con cui abbiamo dei contatti privilegiati. Si pensa alle ARP, ai Servizi Sociali, agli Uffici tecnici e quelli del controllo abitanti, solo per citarne alcuni.

Il 23 marzo 2015 l’Ufficio federale di statistica ha pubblicato i dati riguardanti la criminalità in Svizzera. Orbene, in Ticino, rispetto al 2013 abbiamo avuto un calo dei reati del CP del 16 per cento, si è passati da 65,4 eventi ogni mille abitanti del 2013 a 54,8 del 2014.

Dati confortanti che evidenziano anche l’impegno delle forze dell’ordine; la polizia cantonale ha operato al meglio sul fronte investigativo e repressivo con azioni congiunte e mirate che li hanno visti operare in stretta collaborazione con i nostri agenti e i colleghi delle guardie di confine; Da parte vostra avete inoltre costantemente vigilato in modo proattivo i territori di competenza contribuendo, e non in modo marginale, ad aumentare il grado di sicurezza nel Canton Ticino.

Avanti a tutta, quindi, con questa riforma che dovrà, lo spero, integrarsi con le modifiche strutturali decise dalla polizia cantonale che a sua volta cerca di ottimizzare le risorse e delocalizzare i centri di pronto intervento.
I capisaldi della nostra riforma sono conosciuti e saranno sempre più divulgati nei prossimi mesi con conferenze ed azioni preventive a livello locale e regionale.
Direi che il lavoro vero e proprio è iniziato già da tre anni ma è lungi dall’essere vicino alla sua completa realizzazione.
Ancora una volta chiedo ai diversi Comuni che non hanno ancora sottoscritto le convenzioni, di premere sull’acceleratore affinché i Consigli comunali possano entro i termini stabiliti dalla Legge esprimersi in merito.
Come abbiamo più volte dichiarato l’APCTi è sempre pronta a coadiuvare i Municipi nel trovare i giusti equilibri nella stesura di questi importanti documenti.


Violenza contro gli agenti

I due ultimi episodi “di Brissago e Paradiso” sono emblematici e una volta ancora mostrano come il mancato rispetto delle forze dell’ordine da parte di una minoranza di cittadini ha assunto proporzioni inquietanti, non solo da noi ma su tutto il suolo Nazionale. Le statistiche al riguardo sono inconfutabili. Nel 2000 erano 774 le aggressioni ai danni di agenti delle forze dell’ordine, mentre nel 2013 ammontavano a 2776. In poco più di un decennio questo fenomeno è progredito del 360 per cento. Diversi sono gli enti che hanno preso particolarmente a cuore questa problematica anche a livello istituzionale. Pure l’ APCTi, che ha già a più riprese deprecato questi comportamenti, e lo farà ulteriormente nei confronti del Consiglio Federale e dei membri ticinesi delle due Camere.

E’ tempo che le autorità federali in primis, reagiscano tempestivamente poiché ogni singolo attacco alle forze dell’ordine pubbliche è una sciabolata al cuore dei tre livelli istituzionali. Ci si aspetta quindi una reazione in tempi brevi dei nostri politici a Berna.


Inchieste a carico di agenti pendenti

Da una verifica presso i vari corpi di polizia comunale risultano pendenti 22 diverse inchieste a seguito di denunce presentate nei confronti di agenti. Questo evidentemente pone chi ne è coinvolto in una situazione di disagio non indifferente che può riflettersi anche nell’ambito familiare, sfera che già è particolarmente sollecitata dai disagi che inevitabilmente una professione a turni provoca.
Vi è poi l’aspetto mediatico che in taluni casi crocifigge chi ne è coinvolto ancor prima che l’iter giudiziario abbia fatto il suo corso.
Anche all’interno dei rispettivi corpi di appartenenza, a maggior ragione se poi l’agente sarà scagionato dalle accuse, i tempi lunghi possono ingenerare tensioni e sfiducia che andranno ricomposti nel tempo.
I Municipi si trovano confrontati con situazioni di non facile gestione, ogni decisione tardiva preclude la chiusura di procedimenti amministrativi e disciplinari che si ripercuotono inevitabilmente sui rapporti tra datore di lavoro e dipendente.
Da queste problematiche non ne è esente nemmeno il cittadino comune, è vero, ma chi rappresenta le istituzioni, soprattutto nell’ambito della sicurezza ed è tenuto a far rispettare quelle regole che s’ipotizza abbia egli stesso infranto, necessità una risposta in tempi ragionevolmente brevi. Solo così potrà svolgere con ritrovata serenità la sua missione.


Legge sull’ ordine pubblico

Accogliamo con favore la decisione del CdS di modificare sostanzialmente la Legge sull’ ordine pubblico. Vorrei ricordare che già il GL incaricato di sottoporre al Capo Dipartimento delle Istituzioni una bozza di Regolamento d’applicazione della LCpol, presieduto dal SPG Antonio Perugini e di cui pure l’ APCTi faceva parte, aveva segnalato nel suo rapporto come talune fattispecie potessero essere demandate alla competenza dei Municipi semplificandone, di fatto, la procedura. Si pensò in particolare all’ “accattonaggio” “ allo sporcare imbrattare suolo o beni pubblici, ecc.” lasciando invece di competenza del Ministero Pubblico, ai sensi del CPPS, un paio di reati quali “gli spari con arma da fuoco o lancio di oggetti pericolosi in zone abitate…” e “chi sparge su suolo pubblico o privato sostanze velenose allo scopo di far soffrire o perire animali selvatici o domestici”.

Un GL ad-hoc ha poi approfondito il tema proponendo il contenuto del nuovo testo di Legge.

Come detto in precedenza, il Comitato dell’ APCTi ha accolto di buon grado la proposta Governativa e auspica che il Parlamento la approvi.
Nuovi compiti per i Comuni e di riflesso per le polizie comunali in ambito di vigilanza che si sommano ad una serie sempre più importante di Leggi cantonali che demandano agli enti locali la competenza per il loro controllo e perseguimento. Attribuzioni comunque perfettamente in linea con il concetto di prossimità.

 

 

Dimitri Bossalini

Presidente APCTi

25 Marzo 2015

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