Il dossier sull’istituzione della polizia unica slitta purtroppo alla prossima legislatura, nonostante che il rapporto sulla mozione “per un’unica polizia” fosse sul tavolo della Legislazione già da più di un mese. La commissione (o almeno una buona parte di questa) non ha voluto prendere alcuna decisione prima delle elezioni e la prevista riunione di mercoledì 18 marzo, in cui si sarebbe ancora potuto firmare il rapporto - o, se del caso, i rapporti - , è stata strategicamente annullata all’ultimo momento.
Probabilmente è mancato il coraggio di far sapere al popolo cosa i singoli partiti pensassero della questione: il periodo elettorale conduce a volte a tirare il freno a mano anche in salita!
Si tratta, a mio giudizio, di un’occasione persa per dare un segnale chiaro e inequivocabile ai Comuni che in questo momento, a causa di questo messaggio sulla Polizia unica, sono disorientati e hanno evidentemente rallentato la riforma in atto riguardante la nuova legge sulla collaborazione fra la polizia cantonale e le Polizie comunali (LcPol).
Nel rapporto che ho presentato, dopo mesi (dico mesi!) di audizioni in Commissione, ho evidenziato chiaramente una posizione diversa rispetto a quanto sostenuto nel messaggio governativo. Infatti sono convinto che con la nuova legge di Polizia, attualmente in fase di implementazione, si potrà raggiungere l’obiettivo auspicato nel 2012 dal Gran Consiglio che è quello di arrivare gradualmente ad avere sul territorio ticinese una collaborazione efficace ed efficiente tra la Polizia Cantonale e le Polizie comunali, rispettando le specifiche competenze perfettamente complementari tra loro.
Prima di effettuare ulteriori cambiamenti ritenevo e continuo a ritenere quindi ragionevole verificare funzionamento ed efficacia della riforma in atto.
Per questo - anche su precisa indicazione di tutti i Comuni Polo, dell’Associazione delle polizie comunali e della Federazione svizzera di polizia - proponevo il rinvio del messaggio al Consiglio di Stato con l’invito a continuare nell’implementazione della LcPol e del relativo regolamento.
Nel rapporto vi era comunque un esplicito invito al Governo a preparare un messaggio dettagliato e circoscritto sulla polizia unica, magari adattato alla realtà ticinese, ma solamente al termine dell’implementazione della legge attuale e dopo un giusto periodo di rodaggio. Infatti non sono d’accordo con chi intende in realtà mettere il carro davanti ai buoi!
Pur non essendo totalmente contrario a valutare in futuro un progetto di polizia unica, nutro comunque alcuni dubbi sull’efficacia di questo tipo di organizzazione. Innanzitutto potrebbe anche non costare meno dell’attuale dispositivo di sicurezza cantonale. Se prendiamo l’esempio della polizia unificata del Canton Berna ci accorgiamo che i costi non sono certo diminuiti. Oltre agli inevitabili oneri per la creazione della polizia unica, si sono aggiunti quelli per l’assunzione di ausiliari e per la creazione di unità amministrative per lo svolgimento dei compiti collaterali ma importanti che la polizia unica non riesce a garantire. Nelle polizie “globalizzate” sono poi aumentati esponenzialmente i quadri intermedi a scapito della presenza di agenti sul territorio. I comuni, che non possono più decidere nulla, si trovano quindi a dover pagare per un servizio di polizia di prossimità che probabilmente sul loro territorio è peggiore di quello attuale. Ed è proprio per questo che diversi comuni del Canton Berna – che ha adottato il sistema di polizia unica –hanno rescisso la convenzione.
Non da ultimo vi è poi il fatto che in alcuni importanti cantoni della Svizzera (ad esempio a Zurigo e Argovia) operano con successo altre organizzazioni di polizia in cui convivono e collaborano forze di polizia cantonali con quelle regionali e comunali.
Peccato quindi che non si sia avuto il coraggio di andare subito davanti al Parlamento con una presa di posizione determinante. Avremmo sicuramente contribuito a fare subito chiarezza, soprattutto nei confronti dei comuni più restii a volersi adeguare alla riforma in atto, e avremmo dato tempo sufficiente al Governo per approfondire e adattare al meglio il progetto di polizia unificata.
Mi auguro quindi che il nuovo Parlamento sappia indicare, senza tentennamenti, la giusta strada da intraprendere.
Claudio Franscella
deputato in Gran Consiglio e relatore del rapporto della Commissione della Legislazione