Nelle scorse settimane abbiamo assistito ad una serie di aggressioni ad agenti di polizia in Ticino ed in altri Cantoni. Il fenomeno è molto grave, siamo passati dalle 774 aggressioni dell’anno 2000 a 2’957 del 2012 e a 2’776 del 2013 (fonte Federazione Svizzera dei Funzionari di polizia FSFP). L’anno 2014 non ci ha regalato una diminuzione. Anzi.
Già nel mese di novembre del 2009 la FSFP ha presentato una campagna di sensibilizzazione dal titolo “Stop alla violenza contro la polizia” facendo presente l’attuale inaccettabile situazione. Purtroppo però, tante pacche sulle spalle, tanti complimenti ma la situazione non è cambiata e i numeri sopra esposti lo dimostrano. Prioritario il fatto che occorrono leggi molto più severe contro coloro che aggrediscono gli agenti di polizia, le pene pecuniarie sono ridicole e umiliano ancora di più colora che stanno lavorando per la nostra sicurezza. I dati ci dicono che siamo di fronte ad una vera e propria escalation del fenomeno e se poi dovessimo ulteriormente aggiungere il disagio che vivono gli agenti di custodia nelle carceri, i numeri subirebbero un’altra impennata.
Unitamente ad alcuni amici citati nel comunicato stampa ci siamo chiesti : dobbiamo semplicemente accettare questa situazione o facciamo qualcosa ? Il timore che avevamo era che essendo alcuni di noi candidati alle prossime elezioni ci sarebbero state polemiche e che forse sarebbe stato meglio attendere il passaggio elettorale; l’ultima aggressione di Paradiso ci ha spinto però a reagire immediatamente, dapprima con un gruppo di sostegno su Facebook che in 4 giorni ha ricevuto 2655 apprezzamenti, e poi con una vera e propria associazione di sostegno alle forze di polizia svizzere che presenteremo l'8 aprile a Lugano ore 20.30 Hotel Lugano Dante Center.
La sensazione è comunque quella che tra la popolazione vi sia sempre meno rispetto per l'autorità e i corpi di polizia, una volta guardati addirittura con deferenza e oggi invece vittime di atti che sfociano nella violenza. L’aumento di questo tipo di violenza rappresenta un problema che interessa tutta la collettività e non, come spesso si crede, solo quella giovanile.
In realtà i fattori di rischio in ambito sociale che possono sfociare più tardi in atti violenti sono molteplici e di non sempre di facile analisi.
Esperti e popolazione hanno talora opinioni diverse sulle motivazioni (di fondo), per lo più molto complesse, che stanno alla base del generale aumento della tendenza alla violenza. Secondo gli esperti, i principali fattori di influenza sarebbero da ricercarsi nella crescente emarginazione o all’esclusione sociale di alcuni gruppi della popolazione.
Le istituzioni dello Stato si trovano a muoversi in un contesto socio-economico articolato, in ogni caso garanti del rispetto delle regole riconosciute ed accettate dallo Stato di Diritto, così voluto e deciso dal nostro sistema democratico.
Non solo, ma in caso di deviazioni da quest’ ordine, esse sono chiamate ad intervenire e sanzionare coloro che, come visto, non si allineano o peggio violano tali regole. La Polizia è in prima fila in questo difficile quanto primordiale compito, lavorando sulla strada, a contatto diretto con una società contraddistinta come visto, anche da uno spaccato che fatica o non vuole integrarsi al sistema.
Noi stiamo con le forze di polizia svizzere e con le polizie comunali del nostro Cantone che con la loro prossimità garantiscono vicinanza alla popolazione, la precisa conoscenza del territorio, la prevenzione, la responsabilità e i servizi capillari in caso di necessità. La conoscenza diretta e profonda degli abitanti e dei luoghi è il vero valore aggiunto in una strategia di sicurezza seria e duratura nel tempo.
Stefano Piazza
membro dell'Associazione amici delle forze di polizia Svizzere